Unidentified Submerged Objects (USO) gli Ufo "anfibi"

Nei primi anni Cinquanta si era parlato di Unidentified Submerged Objects (USO) all'interno della casistica ufologica, ma ben pochi avevano sottolineato simili eventi.
Ciò nondimeno, non erano mancate segnalazioni clamorose e ufficiali coinvolgenti unità navali di vari paesi, ma il discorso non era mai stato affrontato in maniera organica e comparativa.
Si cominciò così a guardare al fenomeno come a una componente di quello ufologico, ivi inclusi numerosi episodi sovente attribuiti a fantomatici quanto non identificati "sottomarini fantasma". Non solo. Anche numerosi rapporti di corpi sommersi luminosi, genericamente riferiti a ignoti "pesci abissali", si inquadravano ( a cominciare da quello segnalato dal mitico Thor Heyerdahl durante la traversata del Kon-Tiki nel Pacifico nell'immediato dopoguerra) in tali sconcertanti manifestazioni.
"Qualcosa" in apparenza sotto conttrollo intelligente aveva infatti più volte seguito natanti, imbarcazioni e navi di vario tipo, con compotamenti apparentemente tesi a monitorare la fasi della loro navigazione. Non solo: da unità superficie, come pure da aerei, l'individuaziine di "masse scure" e oblunghe immerse nelle acque oceaniche, di dimensioni ben superiori ai sommergibili, costituiva un'ulteriore dato complementare sulla realtà di tali resoconti.

Si trattava di ordigni simili a "sigari volanti" più volte segnalati nei cieli di tutto il mondo e da cui, ad alta quota, erano stati visti allontanarsi, per poi farvi ritorno, UFO discoidali di più piccole dimensioni, come "portaerei volanti".Solo che, esattamente come erano stati apparsi in cielo agli osservatori, anche nei flutti questi ordigni apparivano come scafi metallici, totalmente privi di strutture esterne quali torrette, carlinghe, alettoni e impennaggi vari.
Gli studi ufficiali sul fenomeno UFO la dicono lunga anche sugli USO. Non è infatti un caso che dal 1977 la Francia, per compensare il know-how dell'intelligence USA sull'argomento, abbia dato vita presso il Centro spaziale di tolosa a una commissione scientifica governativa (il GEPAN, oggi sempre attiva e ribattezzata prima SEPRA e ultimamente GEIPAN) sugli OVNI (oggetti volanti non identificati), occupatasi fra l'altro di studi di magnetoidrodinamica, collegabili al sistema propulsivo degli UFO che sembra consenta a tali ordigni di procedere indisturbati in aria e nei flutti.
Indagando sul fenomeno, l'ingegnere elettronico italiano Stefano Breccia ha acutamente compreso fin dagli anni Sessanta come gli UFO sembrino in condizione di modificare la materia locale dello spazio che li circonda (sia esso vuoto ovvero occupato da gas oppure da fluidi più densi) per mezzo di una qualche distorsione dello spazio stesso, distorsione che, non riferita esclusivamente alla superficie del mezzo, finisce con l'abbracciare una definita zona di spazio a esso vicino. In altre parole, si creerebbe una vera e propria "barriera di separazione" fra lo spazio "distorto" e quello rimasto inalterato al di fuori di questo campo di forza. Una barriera che, in pratica, agisce come una superficie di separazione di potenziali elettromagnetomeccanici. Fra l'interno e l'esterno della barriera, comunque, vi sarebbe una notevole differenza energetica.
Specificatamente, l'energia di potenziale meccanico sarebbe notevolmente più intensa all'interno del campo di forza generato dal mezzo (l'UFO cioé). In tutto questo, la forma del velivolo avrebbe una rilevanza determinante, perchè permetterebbe allo scafo del mezzo di costituire una superficie equipotenziale del gradiente di intensità dell'energia potenziale dell'ordigno stesso. Da qui la necessità funzionale di ricorrere a "forme pure" quali forme sferoidali, ellissoidali, discoidali e anche cilindriche.
Non è tutto. Dato che all'interno del campo di forza si troverebbe una zona inerziale, qualunque oggetto al suo interno (velivoli e occupanti compresi) non risentirebbero allora di alcuna accelerazione. Anzi, sagomando in modo opportuno la forma della barriera, si dovrebbe produrre all'interno del velivolo una forza di gravità costante. Infine giocando sul salto di energia fra l'interno e l'esterno del campo di forza, sarebbe possibile accelerare l'apparecchio nella direzione desiderata, per cui esso potrebbe essere in grado di distruggere ogni mezzo che dovesse incontrare dinanzi a sè.Ciò da un lato può spiegare perché il volo superaccelerato degli UFO in atmosfera non genera effetti aerodinamici (come i bang supersonici), in quanto gli effetti dell'attrito con l'atmosfera non sussisterebbero, e così pure, dall'altro, spegherebbe le particolari caratteristiche degli "UFO anfibi", o USO, giacchè non sussisterebbero in tal modo neanche problemi di spostamento, né nel vuoto né in qualsivoglia atmosfera gassosa, e tanto meno in un fluido come l'acqua. Insomma, il sistema propulsivo "multiruolo" degli UFO li trasforma senza problemi in USO.
Una tecnologia che evidentemente non ci appartiene, ma che nondimeno qualcuno ha sviluppato e che consente di operare indisturbati e al di fuori di sguardi indiscreti: una tecnologia che consente quindi di utilizzare gli oceani come "base" di appoggio
Gli ufo (ovvero gli USO) quindi potrebbero essere già qui da secoli e forse millenni , con basi di appoggio permanenti nei nostri oceani
L'idrosfera terrestre presente da sempre un grande ed evidente vantaggio per le intelligenze degli UFO.Quello di poter operare in un ambiente esteso e sufficientemente isolato, e al sicuro da sguardi indiscreti, da eventuali "basi d'appoggio" sottomarine forse in uso da sempre.


Ci sono diverse testimonianze al riguardo tra cui:

- 24 febbraio 1885: sulla rotta di Yoko-hama-Vittoria, il comandante brigantino Innerwich venne svegliato dal suo secondo, che aveva scorto nel cielo qualcosa di insolito.Salito sul ponte, il comandante vide la volta celeste illuminata. Un attimo dopo una grande massa luminosa comparve sul brigantino, abbagliando gli osservatori e precipitando immediatamente nei flutti.Il corpo doveva essere di notevoli dimensioni, giacchè un momento dopo la nave venne investita da onde gigantesche.

- 2 marzo 1975: dei pescatori argentini avvistarono una luce brillante che si muoveva orizzontalmente nel cielo a una quota relativamente bassa, proveniente dagli altopiani della patagonia. I marinai si trovavano in mare sul loro peschereccio a qualche chilometro a nord della penisola di Valdez. Sotto i loro occhi, la luce misteriosa, collegata a una massa definita, compatta ed emettente una specie di ronzio sordo, si arrestò d'improvviso sulle acque dell'oceano Atlantico, calando poi lentamente sul pelo dell'acqua fino a immergersi nei flutti e scomparirvi.Non si trattava certamente nà di un mezzo volante convenzionale nè di un meteorite.

- Cosa c'era intorno al Titanic?: dopo lo scontro con l'iceberg, il transatlantico "inaffondabile" aveva lanciato dei razzi per attirare l'attenzione di una nave, le luci della quale erano state avvistate a una distanza fra le 5 e le 6 miglia. Tale nave non identificata però, stranamente, deluse ogni aspettativa non effettuando alcuna manovra di avvicinamento, e poi le cose andarono come andarono. In seguito si apprenderà che un'altra nave, il piroscafo Californian, si era trovato a passare solo a una dozzina di miglia dal Titanic, e in lontananza aveva osservato una luce, "una luce tutta particolare", che si pensò provenire da una nave.Il Californian aveva allora fatto una serie di segnalazioni luminose, cui nondimeno il destinatario non aveva risposto, nè aveva rivelato la sua identità. Se ne deve concludere quindi che, sul teatro del naufragio, era presente una terza unità caratterizzata da "una luce tutta particolare", verosimilmente avvistata sia dal Titanic che dal Californian, e che si guardò bene, nonostante le segnalazioni luminose fatte da entrambi, dall'avvicinarsi.Ma era propio una nave, oppure...?