INTERVISTA A MAURIZIO BAIATA

Annalisa Cisi: Maurizio attualmente collabori con Mary Rodwell, nota ipnoterapista australiana che ha lavorato con oltre 1600 Experiencers di tutto il mondo, quali sono i risultati dei suoi studi?

Maurizio Baiata: Riporto direttamente la Rodwell, che dichiara in un suo articolo di prossima pubblicazione sul mensile italiano “X Times”: “Nell’esplorare le potenzialità del fenomeno, riscontriamo come alcuni incontri suggeriscano che queste intelligenze possono lavorare o interagire in dimensioni di realtà non-fisica, come le dimensioni dell’anima. Ciò include il Contatto o la comunicazione con loro, prima ancora della nostra attuale incarnazione fisica. Il dottor Michael Newton lo ha esemplificato nel suo libro Destiny of Souls, ovvero la vita attraverso le vite, nello stato dell’anima. Inoltre, la mia ricerca suggerisce che questa interazione può anche continuare dopo la nostra morte fisica. In base ai racconti testimoniali, dopo la nostra attuale incarnazione umana,

IL TEOLOGO SI INTERROGA SUGLI ALIENI

L'interrogativo se l’umanità sia o meno l’unica forma di vita intelligente nell’universo rappresenta una costante del pensiero umano. Nell’antichità la tesi di una pluralità di mondi è stata sostenuta da Epicuro e recisamente negata da Aristotele. In epoca moderna essa è stata affermata tanto da pensatori cristiani (Cusano) quanto da critici del cristianesimo (Bruno) in base ad argomenti non troppo dissimili, ma anche negata da molti altri. Dalla fine del XVIII secolo in poi hanno fatto la loro comparsa autori che riferiscono di incontri con forme di vita aliena intelligente, talora assimilate a esistenze angeliche o demoniche, mentre a partire dalla seconda metà del Novecento, con l’avvio dell’era dell’astronautica, si sono moltiplicate le testimonianze di avvistamenti di Ufo e i racconti, conditi con dettagli più o meno fantasiosi, di contatti con Et. Ne parla Andrea Agutti su Avvenire.

MEDVEDEV E GLI ALIENI

Il problema principale è che è “pregiudicato”:  a un G8 fu beccato palesemente ubriaco di vodka. Così Dmitri Medvedev non è stato preso troppo sul serio, forse a torto, per il fuorionda di un’intervista. Fuori trasmissione – però, ahilui, non a microfoni spenti, un incidente che ricorre spesso e che ha fatto vittime illustri pure nel passato – è tornato a parlare degli extraterrestri, che sono, com’è noto, un suo storico pallino. Il primo ministro russo (già presidente), con le sue parole (ma siamo sicuri che fosse convinto di parlare senza essere registrato? Azzardo la tesi che lo sapesse benissimo e che l’ha fatto apposta, scegliendo una via di mezzo tra silenzio e affermazione pubblica), ha rilanciato una tesi molto gettonata. Ovvero: che i Governi sanno benissimo degli Alieni, salvo tacere per ragioni di opportunismo e di ordine pubblico. In soldoni: “Gli extraterrestri sono già tra di noi da un bel po’. Non posso dirvi quanti sono, ma sono parecchi.

CHARLES HALL: LAVORAVO CON GLI ALIENI

Charles Hall, fisico nucleare e militare a riposo dell'aviazione statunitense ha affermato in una recente intervista trasmessa in un programma della TV Australiana che l’esercito degli Stati Uniti è stato in contatto con una specie umanoide aliena per alcuni anni e pure lo stesso Hall ha avuto interazioni con questi esseri extraplanetari definiti "Tall Whites" gli "alti e bianchi" per via della loro altezza e dei loro capelli e pelle bianca.

LA STORIA DELLA CREATURA DI ATACAMA

Un fagotto scoperto tra l’immondizia di una città abbandonata del Cile. Ecco la storia di Ata, la piccola e misteriosa creatura alta poco più di 12 centimetri, al centro di una diatriba tra chi sostiene che sia un essere umano dalle sconcertanti e finora inspiegabili mutazioni genetiche e chi invece insiste nel ritenerlo un alieno


A raccontarla, è stato l’ultimo proprietario di questa piccola mummia, che deve il suo soprannome al deserto di Atacama e la sua fama al film-documentario “Sirius” appena uscito nelle sale americane. Ramon Navia-Osorio Villar, presidente di un gruppo ufologico denominato “Istituto di Investigazione e Studi di Esobiologia” di Barcellona, dopo vari passaggi di mano è entrato in possesso di quello stranissimo reperto. Sapeva che era stato trovato nelle vicinanza di La Noria,  a 56 chilometri da Iquique, ed è andato ad investigare.